Il progetto di mediazione culturale in ambiente sanitario, in particolare nell’ambito del Centro per la diagnosi e la cura delle malattie emorragiche congenite, ha come finalità principale la facilitazione della comunicazione e dell'interazione tra operatori sanitari e pazienti provenienti da contesti culturali diversi.
La sua organizzazione è pensata per ridurre le barriere linguistiche e culturali che si incontrano nel contesto sanitario e nel rapporto medico-paziente, migliorando così la qualità dell'assistenza fornita.
L’intento è quello di potenziare le capacità dei pazienti nell’acquisire competenze e conoscenze, applicandole alla vita quotidiana, toccando gli ambiti legati alla patologia (riconoscimento del sanguinamento, la capacità di autoinfusione/autotrattamento, la cura personale (alimentazione e forma fisica) e la gestione dei medicinali. Quest'ultima comprende la registrazione dei farmaci usati in un portale dedicato, il mantenimento di un'adeguata fornitura di farmaci, nonché competenze nella conservazione, ricostituzione e somministrazione dei prodotti terapeutici, anche in ragione del loro alto costo.
Finalità dello sportello di mediazione culturale
1. Facilitare la comunicazione: ridurre le difficoltà di comunicazione tra operatori sanitari e pazienti di diverse culture, garantendo una comprensione reciproca accurata.
2. Migliorare l'accessibilità ai servizi sanitari: garantire che i pazienti provenienti da contesti culturali diversi possano accedere facilmente ai servizi sanitari, compresi quelli di prevenzione, diagnosi e cura.
3. Promuovere la consapevolezza culturale: sensibilizzare operatori sanitari e pazienti sull'importanza della consapevolezza culturale per garantire un trattamento appropriato e rispettoso.
4. Ridurre le disuguaglianze di salute: contribuire a eliminare le disparità di salute che possono derivare da differenze culturali, socio-economiche o linguistiche.
Si evince che una comunicazione efficace e l’adeguata comprensione tra medico e paziente siano gli elementi chiave per garantire una adeguata e corretta gestione della malattia.
Sebbene destinato alle persone con malattia emorragica congenita (MEC), è evidente che il progetto indica come destinatari indiretti anche i caregiver.
Uno sportello, accessibile il mercoledì dalle 14 alle 16 tramite appuntamento, che vede Assemobo impegnata a supportare il Centro MEC del Policlinico S.Orsola con mediatrici culturali e assistente sociale, oltre a coprire anche eventuali rimborsi spese per gli spostamenti delle persone o famiglie più disagiate.
Salute Senza Frontiere
è un progetto reso possibile grazie al supporto di
Novo Nordisk S.p.A.